mercoledì 17 aprile 2013

Il credo guidoniano


La retrocessione, purtroppo, è dietro l’angolo e mi piange il cuore solo a pensarci. I problemi sono sotto gli occhi dei tifosi che nonostante tutto seguono ancora il Guidonia ed è a loro che scrivo e ho sempre scritto in maniera libera. Il pensiero di tutte quelle persone che hanno a cuore il Guidonia è rivolto alle ultime cinque partite, alla ricerca di un miracolo sportivo.
Contatevi e guardatevi negli occhi tifosi guidoniani: non è vero che siete pochi, non è vero che non vi meritate niente. Chi lo dice è in malafede, vuole solo sminuire la vostra passione. Tifosi guidoniani, voi siete sparsi in tutto il mondo, dall’Argentina agli Stati Uniti, dal Brasile all’Inghilterra. Ogni settimana questo blog riceve visite da paesi lontani dove evidentemente un concittadino emigrato si collega per sapere qualcosa sulla sua squadra, sul Guidonia. Quante società possono dire la stessa cosa?
Oggi la squadra ha bisogno di voi, ha maledettamente bisogno di un sostegno morale. Quante salite si possono affrontare? Quanti ostacoli si possono superare? Da soli si cade subito. Questi uomini, quelli cioè che compongono una rosa costruita in fretta e in furia in estate, anche se da soli e controvento, sono arrivati alla giornata 29 con qualche piccola speranza. Non è poco.
Vedete, questo club non è di una persona, non è di una famiglia, ma è di Guidonia Montecelio e dei figli di questa città. Chi gestisce questa squadra ha una grande responsabilità, forse incompresa.
La retrocessione è una retrocessione, è un dolore per un tifoso e quando si materializza la categoria poco importa. Oggi noi siamo in Eccellenza, con un piede e mezzo in Promozione. Ma dobbiamo lottare, siamo chiamati a farlo.
Perdere fa parte dello sport, ma negli ultimi tempi a Guidonia si è perso troppo e in maniera pesante. Questo non è possibile, è figlio di un ambiente che purtroppo ha perso lo slancio di una volta.
Quello che chiedo ai tifosi è di continuare a sostenere la squadra che nonostante le enormi difficoltà continua a lavorare con serietà sperando di riuscire a salvare il salvabile, magari con un colpo di fortuna. L’orgoglio di questi ragazzi, credetemi, è infinito. Il cuore, il nostro cuore giallorossoblù batte ancora, e va di pari passo con il coraggio di affrontare sfide sempre più difficili e sempre più impossibili.
Domenica a Monterotondo sarà importante onorare la maglia, affrontando l’impegno in maniera seria. Si scenderà in campo senza tanti titolari, causa squalifica. I problemi, però, non finiscono qui. Dovremmo essere tutti uniti verso un unico obiettivo, ma è inutile nasconderci: non lo siamo. La realtà è il contrario della logica: siamo rimasti in pochi a credere in questi giocatori, in parecchi hanno già deposto le armi oppure non le hanno mai indossate.
Io, da guidoniano, non mollo. Come me altri.
Credo in questo gruppo, credo in questa squadra, credo nell’Acd Guidonia Montecelio.
Fino alla fine. E’ il bello del calcio, è il bello della vita.

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